CONFINDUSTRIA INNOVATION HUB, si scaldano i motori



È pronto a partire “Confindustria Innovation Hub”, il Polo di innovazione digitale di Confindustria che, con una dotazione di oltre sette milioni di euro, avrà il compito di stimolare la domanda di innovazione delle imprese, offrendo servizi di assessment e orientamento.

Il polo nasce con risorse del Pnrr, che ha previsto uno specifico investimento dedicato al potenziamento dei centri di trasferimento tecnologico per sostenere la creazione di una rete di Centri di competenza, Digital innovation hub (Dih) e altri soggetti incaricati dello sviluppo progettuale e dell’erogazione alle imprese di servizi tecnologici avanzati. I sei poli sono stati selezionati con un bando del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), aperto nell’autunno 2023. La graduatoria è stata pubblicata a dicembre e il progetto di Confindustria si è classificato primo.

 

Il polo è organizzato con una struttura hub and spoke: protagonisti e soggetti attuatori del progetto sono i Digital innovation hub, che rappresentano gli spoke diffusi sul territorio. Dal punto di vista organizzativo un ruolo molto importante è svolto da Sistemi Formativi Confindustria (Sfc), che con la sua struttura amministrativa svolge la funzione di hub e gestirà l’attuazione del progetto, occupandosi dell’attività di rendicontazione. Si tratta di un risultato molto importante per i Dih di Confindustria che, come si ricorderà, sono stati costituiti in attuazione del Piano Industria 4.0 e dal 2017 supportano le imprese, in particolare Pmi, nei processi di innovazione 4.0, affiancandole nella valutazione della maturità digitale e con specifici servizi di orientamento.

Questo traguardo è stato raggiunto grazie alla competenza e serietà dei Dih e al forte sostegno di Confindustria, che li considera un importante veicolo con cui il Sistema associativo può offrire un supporto concreto per l’innovazione. In particolare, con il coordinamento della struttura di Confindustria, i Dih hanno elaborato un piano strategico: sono stati creati sei gruppi di lavoro che hanno approfondito diversi aspetti dell’operatività dei Dih, arrivando all’individuazione delle attività e azioni necessarie per consentire il loro rafforzamento. Sulla base di questo piano strategico e forte dell’attività già svolta, Confindustria ha potuto dialogare con il ministero, sostenendo e promuovendo il progetto di sviluppo dei Dih.

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Il riconoscimento formale è stato l’obiettivo perseguito dai Dih fin dall’inizio della loro attività – spiega Gianluigi Viscardi (nella foto accanto), coordinatore nazionale della rete dei Dih di Confindustria –, nella consapevolezza delle proprie potenzialità e del valore aggiunto di essere una rete che condivide metodi di lavoro, linee di sviluppo, progetti e best practice. Adesso si apre una nuova fase, in cui i Dih continueranno ad investire sulle proprie competenze e sull’offerta di servizi sempre più vicini alle esigenze delle imprese, ma potranno farlo con una maggiore forza grazie al riconoscimento formale del Mimit al pari dei Competence center e degli European Dih, altri importanti soggetti che compongono l’ecosistema dell’innovazione 4.0”.

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Il Polo di innovazione digitale di Confindustria potrà offrire un insieme articolato di attività rivolte alle imprese. In particolare, i Dih – che sono i soggetti esecutori delle attività sul territorio e che erogheranno i servizi alle imprese – possono fornire due tipologie di assessment: uno più ampio sulla maturità digitale del processo produttivo e uno specifico sul livello di cybersecurity.

Ad oggi sono stati realizzati oltre duemila assessment utilizzando il Test Industria 4.0 elaborato dal Politecnico di Milano, che i Dih di Confindustria hanno deciso di utilizzare con l’obiettivo di adottare una modalità unica per valutare e monitorare il livello di digitalizzazione delle imprese. Quanto alla cybersecurity, lo strumento di valutazione è stato sviluppato a partire da una metodologia messa a punto dai Competence center Cyber 4.0 e Start 4.0 e dalla Fondazione Piemonte Innova, in collaborazione con i Dih e Sfc. Questo strumento fornisce risultati quantitativi, per controllo e per ambito, insieme ad un indice unitario di maturità del livello di cybersecurity dell’azienda. Come per il Test Industria 4.0, anche per la cybersecurity i Dih restituiscono all’azienda un report comprensivo di roadmap e relative possibili azioni da implementare.

Le aziende, dopo aver analizzato la roadmap, possono ricevere un ulteriore momento di approfondimento e orientamento per definire in modo più dettagliato ed efficace le azioni da realizzare, individuando priorità, aree di miglioramento e/o soggetti fornitori di soluzioni tecnologiche. In questa azione di accompagnamento e sostegno delle imprese nella definizione di percorsi di trasformazione digitale, i Dih operano in stretto collegamento con i Competence center e sono direttamente coinvolti all’interno della rete degli European digital innovation hub (Edih).

L’attività del polo prevede inoltre la realizzazione di progetti di filiera, che rappresentano una leva per coinvolgere le Pmi e accelerare i percorsi di innovazione. A partire dal 2019, i Dih hanno avviato collaborazioni con grandi imprese per realizzare l’analisi della maturità digitale delle relative filiere con l’obiettivo di individuare i gap tecnologici e promuovere la trasformazione delle imprese presenti nella catena di fornitura.

 

In conclusione, con la costituzione di sei nuovi Poli di innovazione digitale si creano le condizioni per accelerare la trasformazione e per coinvolgere anche quelle Pmi che ancora non hanno avviato processi di innovazione digitale. I poli rappresentano un pilastro molto importante anche per l’attuazione del nuovo Piano Transizione 5.0: c’è un grande interesse per le misure che accompagneranno questi processi e i poli di innovazione hanno competenze e know how per aiutare le imprese a definire le proprie necessità e i possibili interventi.






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